Come si interviene nella deglutizione deviata?
Scopriamo assieme come, attraverso il trattamento logopedico, si può intervenire in caso di deglutizione deviata.
La terapia più conosciuta è chiamata “miofunzionale” perché l’intervento è mirato alla rieducazione del movimento di alcuni muscoli (“ mio” in greco significa muscolo) coinvolti nella deglutizione.
A questo punto vale la pena di capire le differenze principali tra il movimento deglutitorio deviato e quello normale:
nella deglutizione deviata o infantile ( quella tipica del lattante) la lingua sporge tra i denti e le labbra intervengono con contrazioni anche minime durante la deglutizione. In questo modo i neonati fanno entrare il latte nella cavità orale con una postura bassa della lingua indotta dalla presenza del biberon.
Nella deglutizione di tipo adulto invece la punta della lingua appoggia sul palato, in una zona posta dietro gli incisivi superiori, le labbra sono chiuse e non intervengono nella deglutizione che, anziché far avanzare la lingua, la fa alzare sul palato e posteriormente verso la gola.
Molti bambini mantengono la deglutizione infantile oltre il tempo considerato normale, per questo si parla di deglutizione atipica, cioè non tipica di quell’età, in cui dovrebbe essere ormai di tipo “adulto” e non con lo schema usato dal lattante.
La trasformazione dello schema motorio da “infantile” in adulto”avviene normalmente nel corso della seconda infanzia, in genere verso gli 8 anni.
Se questo non accade, si può imparare con degli esercizi.
Si tratta di una serie di movimenti che progressivamente mirano a correggere sia la postura della lingua a riposo che il movimento linguale in deglutizione, spostandolo sul palato piuttosto che contro gli incisivi.
Nella maggior parte dei casi 8-10 sedute, dilatate nel tempo, sono sufficienti ad impostare un buon movimento sia in fase attiva ( quando il paziente è vigile), sia in fase passiva ( quando il paziente non è consapevole di ciò che sta facendo, ad esempio di notte).
Risulta fondamentale la motivazione del paziente e l’assenza di abitudini viziate, come il mangiare le unghie ( onicofagia), il permanere del succhiamento del ciuccio o della lingua, che portano il paziente a stare e/o respirare con la bocca aperta ( mantenendo una respirazione orale anziché nasale).
E’ bene intervenire per evitare conseguenze sia funzionali ( masticazione, respirazione, articolazione delle parole , squilibrio muscolare, compensazioni cervicali ) sia estetiche ( fuoriuscita dei denti,…).
Dott.ssa Annalisa Trevisan